Mush Up!

Ho scoperto Mush Up passeggiando per il centro, insieme a mia sorella, in un pomeriggio qualunque. La vetrina deliziosa e il logo bianco, inconfondibile, stampato sulla porta, non facevano che invitarci ad entrare. E dentro abbiamo scoperto una serie interminabile di cose meravigliose: t-shirt, borse, poltrone, vasi, ninnolini e soprabiti da non saper più dove guardare. Il bello è che tutto era in vendita! Anche i sacchetti di carta decorati a mano. Dall’idea di un giovane grafico pratese, Niccolò Corsi, che dopo essersi ispirato dal mood londinese , ha deciso di realizzare la sua passione: collegare la grafica all’oggettistica, all’abbigliamento, all’arredo. Unire la creatività di stampe uniche – lui stesso le disegna! – allo stile vintage con cui ha arredato il suo concept store. Risultato: qualcosa di originalissimo e innovativo, che rispecchia un gusto impeccabile ed uno studio attento alle tendenze del momento. Niccolò è uno di quei giovani che ha deciso di provarci, di investire la sua professionalità e la sua creatività in un progetto ambizioso ma che promette bene. La sua dedizione e il suo impegno si ritrovano dietro ogni t-shirt, nello studio di grafiche accattivanti, nella stessa collocazione degli oggetti. Noi pensiamo che stia facendo qualcosa di ammirevole; non resta che scoprirlo anche a voi!

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…Iniziamo con il capire cos’è questo posto..?! Dove ci troviamo?

Niccolò Eh, bella domanda! E’ un concept store! E’ un negozio che si differenzia dagli altri sostanzialmente perché io sono un grafico, fare grafica è il mio lavoro principale. La mia idea era quella di avere uno studio grafico all’interno però di un negozio, per portare avanti la mia passione: creare oggetti e complementi d’arredo di design. La cosa è nata con il creare disegni grafici per stampe su t-shirt, che sto continuando a fare, per poi però evolvermi in qualcosa di più ambizioso.

…che studi hai fatto?

Niccolò Io ho studiato grafica al Datini, dopo di che dovevo scegliere se fare un’esperienza culturale e di vita all’estero, o se invece iniziare l’università. E dato che a quei tempi la voglia di studiare era davvero poca… – ora me ne sto un po’ pentendo, ma allora era così! – ..decisi di andare a Londra per sei mesi, per cambiare un po’ aria e imparare l’inglese, ma poi mi sono trovato talmente bene che ci sono rimasto tre anni. All’inizio è stata durissima, perché non sapevo bene la lingua, ma quando poi ho iniziato a relazionarmi meglio con la gente non mi sembrava il caso di tornare a casa! Anzi, stava proprio arrivando il bello!

Wow, Londra! Quando sei partito avevi già un lavoro o lo hai trovato lì?

Niccolò Avevo un paio di contatti; dopo una settimana che ero lì andai a fare una prova in un ristorante, e ci sono rimasto per quasi tre anni! Poi ho fatto un po’ di market con gli accessori di mia mamma…

…perché tua mamma intanto era qui che…?

Niccolò …Che aveva un altro negozio, in via dei Tintori. Anche quello era un laboratorio dove vendeva borse vintage, su molte delle quali lei faceva degli interventi, ci dipingeva sopra. Io a Londra mi occupavo di vendere le sue creazioni, fino a che non sono tornato in Italia. E una volta rientrato, ero intenzionato a fare il mio lavoro, il grafico, così ho affittato questo fondo, che è diventato il mio studio, chiuso al pubblico. Era tutto diverso qui dentro, l’arredamento era molto più moderno… Poi pian piano è nata questa idea del concept store, perché era difficile andare avanti solo con la grafica. Per me è un lavoro stupendo, ma si incontrano molte difficoltà, non sempre si riesce a farsi rispettare come grafico, perché è come se fosse diventato un lavoro un po’ snobbato. Almeno qui a Prato.

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Ma a Londra non hai pensato di cercare lavoro come grafico?

Niccolò Si si. Mi sarebbe piaciuto anche molto. Solo che là le cose sono diverse, lavori tantissimo e il tempo libero è davvero poco, per cui non riuscivo a fare molte ricerche di studi grafici nel tempo che mi ritagliavo fuori dal lavoro. C’è da dire poi che c’erano anche degli studi che mi avrebbero assunto, ma non avrei mai guadagnato quanto a fare il cameriere, perché si trattava sempre di una sorta di tirocinio, per cui non ce l’avrei fatta a mantenermi. In un certo senso avevo trovato la mia stabilità e cercavo di mantenerla…

Immagino. Quindi qui a Prato sei riuscito a metter su il tuo studio, poi il concept store…

Niccolò Si, quando mi è venuta questa idea ne ho parlato con il mio commercialista, e all’inizio mi sono spaventato molto: un sacco di burocrazia e un sacco di tasse per aprire un’attività…!!! Poi siamo riusciti a trovare questa formula del concept store, che non è propriamente un negozio, perché abbiamo la libertà di poter vendere dalla t-shirt all’oggetto vintage, all’arredamento. Però ancora ci sto lavorando, il mio progetto non si è ancora del tutto realizzato! Vorrei poter vendere tante cose che si legano bene con la grafica, e per adesso l’unico articolo in questo senso sono le mie t-shirt…

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Per esempio?

Niccolò ..Per esempio cuscini, complementi d’arredo, poster, dove sia il design a prevalere! C’è veramente tutto un mondo da scoprire, basta avere un po’ di inventiva!

…Quando parli di oggetti d’arredo che si legano alla grafica e al design cosa intendi?

Niccolò Bè, questo tavolo che vedi l’ho montato io insieme ad un amico. Tutto l’arredamento che vedi qui è stato creato da zero! Scaffalature, tavolini…Sia per necessità, sia perché mi sono lasciato molto ispirare a certi negozi/studi che ho visto in Inghilterra, dove sono molti i giovani che si ingegnano e riescono a ricreare dei meravigliosi ambienti vintage con quello che hanno… Qui è tutto un po’ così, e il mio intento sarebbe quello di poter mettere in vendita questi oggetti.

..Mi sembra un’ottima idea. Sono magnifici!

Niccolò L’idea è proprio questa, realizzare un concept store a tutti gli effetti, in cui poter trovare l’oggetto giusto, inserito in un contesto di design e vintage allo stesso tempo. Vedi questo divano? Era della mia nonna, ce l’aveva a casa e ho pensato che qui potesse essere perfetto. Solo che ho bisogno di trovare anche delle “scorte”, perché se lo vendessi poi non ne avrei un altro da mettere! Insomma, sono in piena progettazione ed evoluzione!!

Ma tua mamma ti aiuta nella ricerca degli oggetti? C’è una sorta di collaborazione?

Niccolò Si, c’è una collaborazione. Io sono in una sorta di regime dei minimi , ovvero una condizione fiscale agevolata per cui mi permettono di vedere se l’attività funziona o meno; certo devo pagare comunque molte tasse, ma è una buona soluzione per chi inizia come me. Io sono l’unico responsabile qui dentro, Mush Up è a nome mio, mia mamma mi dà una mano dall’esterno, mi supporta soprattutto a livello di dove poter trovare certe cose, ma non compare come “organico”. Infatti così è piuttosto dura, perché oltre a stare dietro al negozio, porto comunque sempre avanti la mia attività di grafico, con i miei clienti. Continuare a fare il grafico pubblicitario è necessario, mi dà una sicurezza finanziaria essenziale, nel momento in cui il concept è ancora in fase di lancio, per così dire.

…sei un po’ diviso su due fronti allora!

Niccolò Si, esatto! E il fatto di fare pubblicità per i miei clienti mi porta a trascurare un po’ la pubblicità di Mush Up, per cui devo capire bene come poter far funzionare insieme le due cose! Però adesso è così, devo fare insieme questi due lavori per riuscire a mantenere il tutto, è tosta, ma sono contento, mi piace!

Parlami delle magliette! La grafica è quindi a fantasia tua?

Niccolò Si, sono mie idee.. All’inizio ero partito con collezioni che avevano temi diversi, adesso invece mi sto concentrando sull’arte. Sono riuscito a trovare delle magliette veramente belle, di un’ottima qualità, quindi sono felice del risultato e riesco anche a mantenermi competitivo sul mercato. La mia idea sarebbe infatti anche quella di poter partire da una t-shirt basica e poi personalizzarla a gusto dei clienti. Comunque, queste che vedi sono le stampe che vorrei fossero la mia linea fissa: non vado a stagioni, per cui in primavera tolgo qualcosa per mettere altro; sono disegni che ho fatto io, mi piacerebbe mantenerli sempre, non vanno mica a male! La prima stampa è stata la Genesi, la seconda una rivisitazione della Primavera del Botticelli, la terza su Edgar Allan Poe, e l’ultima, seguendo una tendenza del momento, è su Frida Kahlo, che sta piacendo tantissimo. E via via incrementare con altri artisti. Devo stare attento alle influenze del momento, anche perché sono stampe particolari, non sono commerciali, è un prodotto un po’ di nicchia, quindi devo colpire l’appassionato!

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Cosa ti piace di più? Lavorare come grafico o portare avanti il negozio?

Niccolò Io vorrei fare grafica per il negozio! La grafica per terzi è comunque un buon lavoro, mi piace, ma vorrei davvero impiegare di più le mie capacità grafiche per il mio progetto di crescita del negozio. Il prossimo passo è pubblicizzare di più il concept store, perché se poi vedo che riscuote maggior successo e seguito allora potrei pensare di lasciare perdere la grafica per terzi.

..Facendo grafica, senti di fare “arte”?

Niccolò Più che artista mi sento, ora come ora, soprattutto un creativo. Poi secondo me l’estetica è arte, e quando uno riesce a creare qualcosa di bello allora tira fuori il suo lato artistico. Quindi sì, mi potrei considerare anche un artista… o magari ancora no, è una figura così complessa! Aspiro a poterlo diventare, si, mi piacerebbe!

…se prosegui la tua idea di grafica collegata agli oggetti d’arredo sei sulla buona strada direi!

Niccolò Sarebbe bello, ma è una cosa molto particolare, e qui a Prato c’è una mentalità un po’ chiusa, però io ci provo!

In due parole: in cosa consiste il lavoro del grafico?

Niccolò Dipende da cosa gli viene commissionato. Chiaramente deve conoscere bene alcuni programmi indispensabili per “creare” in senso stretto. Poi si va dalla creazione di loghi, al fare pubblicià… ci sono moltissimi lavori, alcuni anche noiosi, come quello di impaginazione ad esempio, ma diciamo che tutto dipende dal cliente, cioè da chi ti commissiona il lavoro: se ti capita di lavorare per una rivista stile “Rolling Stone” è interessante anche l’impaginazione. Si tratta di fortuna spesso, a seconda dei contatti che hai; certo che se incontri un ambiente interessante, giovane, pieno di stimoli ci metti ancora più passione e iniziativa nel tuo lavoro, è normale. Magari ti fanno fare alcune illustrazioni che finiscono sul giornale o sulla rivista, sono soddisfazioni! Anche i loghi, a me piace disegnarli: riuscire a prendere un immagine, stilizzarla e farla diventare un elemento più sintetico possibile… c’è davvero uno studio dietro!

A livello di idee e fantasia per creare immagini, l’esperienza a Londra non ti ha arricchito?

Niccolò Certamente. Là c’è una realtà sempre in fermento, ci sono angoli e prospettive belli da osservare e da fotografare, che ti ispirano tantissimo! Londra mi ha stimolato e mi ha fatto crescere come persona, mi ha formato.

…Ti auguro davvero di riuscire a realizzare il tuo progetto!

Niccolò Lo spero! Ancora è un po’ un ibrido, ma intendo stravolgere tutto a modo mio!!

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